Il fenomeno Great Resignation, ovvero delle “Grandi Dimissioni”, rappresenta una delle tendenze più interessanti del mercato del lavoro, parallelamente al Job Hopping (letteralmente “saltare da un lavoro all’altro”). Si tratta di un boom di dimissioni volontarie, che vede come protagonisti in prima linea giovani e i professionisti dei settori digitali. Questo fenomeno di massa è fortemente cresciuto a cavallo del periodo pandemico e ha segnato un importante momento di riflessione per le imprese.
Cosa sta succedendo nel mondo del lavoro? Cosa ricercano i talenti italiani? E cosa possono fare subito le aziende per fronteggiare questo fenomeno?
I numeri del fenomeno delle dimissioni volontarie
Analizzando i risultati emersi dall’indagine Aidp (Associazione per la Direzione del Personale) su un campione di circa 600 aziende, il 60% si trova costretto a far fronte al fenomeno delle dimissioni volontarie. Nel 75% dei casi la tendenza ha colto completamente alla sprovvista i datori di lavoro.
I settori che più colpiti sono Digital & ICT (32%), Produzione (28%) e Marketing e Commerciale (27%). La fascia che guida il fenomeno ha un’età compresa tra i 26-35 anni e rappresenta il 70% del campione, seguita dai lavoratori di 36-45 anni.
Ma cosa cambia rispetto al turnover tradizionale? I lavoratori dimissionari non agiscono con la sicurezza di un piano B: il 36% degli intervistati ha affermato di non aver ricevuto altre offerte di lavoro al momento delle dimissioni.
Questa nuova tendenza, analizzata dal Bureau of Labor Statistics, evidenza come i dipendenti con età inferiore a 34 anni decidano di cambiare lavoro più frequentemente, restando presso la stessa azienda in media 1.3 anni.
Le motivazioni che portano al boom di dimissioni
- Mercato del lavoro più volatile
- Aziende che cambiano
- Ricerca di maggiore flessibilità e migliore worklife balance
- Leve salariali e a ricerca di maggiori opportunità di carriera
Sono dunque principalmente quattro le ragioni alla base della crescita esponenziale delle dimissioni volontarie. Ma non solo: andando a scavare nelle motivazioni degli intervistati, è emerso un bisogno più profondo: la necessità di reinventare il proprio percorso professionale e combattere una sempre maggiore infelicità causata dal lavoro.
5 azioni da mettere in atto per attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti
Questi ultimi anni hanno rappresentato una svolta per molti lavoratori, pronti a rivalutare obiettivi e priorità in ambito professionale. Emerge così una forte attenzione verso fattori relazionali, come il senso di appartenenza all’organizzazione o la capacità dell’azienda di far crescere e valorizzare i talenti. Si ricercano la flessibilità oraria e lo smart working, ma anche la possibilità di poter migliorare le proprie competenze con la formazione e un delineato percorso di carriera.
Ma come porsi in ascolto delle esigenze dei dipendenti? Ecco 5 azioni che le imprese lungimiranti possono mettere in campo subito per attrarre, coinvolgere e trattenere i talenti in azienda:
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Valori e cultura aziendale al centro
Un collaboratore che sposa i valori e gli obiettivi aziendali fin dall’ingresso in azienda si sentirà più coinvolto e sarà più efficiente e produttivo. Per mantenere questa direzione è fondamentale introdurre alcuni strumenti, come la valutazione delle performance, piani di sviluppo del personale e forme di incentivazione.
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Condivisione degli obiettivi e dei successi
Per motivare e coinvolgere i dipendenti è importante stimolare il senso di appartenenza attraverso la condivisione degli obiettivi e dei successi. Favorire momenti di incontro e condivisione in questa direzione farà sentire le persone parte di un progetto.
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Clima e piani di carriera
Come ispirare e attrarre il personale in azienda? Per prima cosa è necessario progettare un ambiente di lavoro coinvolgente, che influenzi positivamente la motivazione dei lavoratori. Per garantire un clima sereno è importante instaurare un rapporto di fiducia basato sul rispetto e sull’autonomia delle mansioni tra colleghi. A tal fine si consiglia di definire con chiarezza le responsabilità e il percorso di carriera di ciascuno.
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Ascolto dei dipendenti
È importante facilitare la comunicazione con i dipendenti, garantendo un ambiente in cui si sentano ascoltati e accolti. Alcune azioni in questa direzione sono le indagini sulla soddisfazione dei dipendenti, che aiutano a rilevare specifici bisogni, necessità o criticità.
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Brand Awareness
Per attrarre e fidelizzare i talenti in una sola mossa bisogna sicuramente intervenire sulla reputazione dell’azienda come luogo in cui lavorare bene. Dati alla mano, strategie di Brand Awareness ed Employer Branding consentono la riduzione del tasso di turnover fino al 28% nei 3 anni dall’assunzione; scendono inoltre anche i costi di assunzione e quelli di mantenimento del rapporto.
In un passato non troppo remoto, restare in azienda per un breve periodo era considerato segno di slealtà e instabilità. Ed è così che invece i dipendenti leali venivano premiati con avanzamenti di carriera e aumenti di stipendio.
I giovani hanno deciso di non accontentarsi più e di staccarsi dalla tanto idealizzata idea di stabilità lavorativa per cercare nuove sfide senza mai annoiarsi. Con un tasso di cambio occupazione del 134%, la Generazione Z è protagonista assoluta del fenomeno del Job Hopping.