L’intelligenza artificiale è al centro del dibattito pubblico; supportata e incentivata da chi non potrebbe più farne a meno e demonizzata da chi non la conosce in modo approfondito e si sente minacciato “dalla macchina che potrebbe rubargli il mestiere”.
L’intelligenza artificiale e le sue applicazioni nella vita quotidiana
Strumenti e utilizzi quotidiani dell’AI
Utilizziamo l’intelligenza artificiale quotidianamente e da anni, ma il tema non è mai stato così caldo e discusso come in questo periodo. Assistenti virtuali, videogiochi, chatbot, telecamere, sistemi di domotica e molto altro sono implementazioni delle quali non possiamo più fare a meno, incombenti su tutti gli aspetti della nostra vita, compreso il mondo del lavoro.
Assuefatti dall’utilizzo della tecnologia che ci semplifica numerose attività, non avevamo mai prestato particolare attenzione al tema, fino all’uscita di Chat GPT, un innovativo chatbot in grado di intraprendere conversazioni su innumerevoli temi (anche molto complessi) con gli utenti.
Le diverse tipologie di intelligenza artificiale
Facciamo un po’ di chiarezza sul tema: i tools guidati dall’intelligenza artificiale appartengono a quattro categorie distinte così suddivisibili:
- AI interattiva: rientrano in questo raggruppamento chatbot e assistenti intelligenti
- AI funzionale: integrata in strumenti per l’analisi dei dati e per la sicurezza
- AI analitica: fornisce approfondimenti attraverso lo scambio di dati
- AI generativa: crea contenuti visivi e testuali
Applicazioni dell’intelligenza artificiale per trovare lavoro
Come l’AI può semplificare la difficoltosa ricerca di una nuova occupazione
Come si sente spesso dire, cercare lavoro è esso stesso un lavoro. E allora perché non farsi aiutare dalla tecnologia? L’intelligenza artificiale non deve affievolire il ruolo delle competenze umane, ma al contrario deve combinare il giudizio delle persone alla tecnologia, traendone la migliore soluzione possibile.
L’intelligenza artificiale non è infatti in grado di replicare creatività, relazioni e comprendere problemi complessi, ma può (in un batter d’occhio) aumentare la nostra produttività e automatizzare compiti di routine. E la ricerca di un nuovo lavoro rientra proprio in questa categoria.
Il 38% dei professionisti conferma di utilizzare correntemente o di aver provato almeno una volta strumenti che si servono dell’AI per migliorare il proprio curriculum vitae, riscontrando grande risparmio di tempo (secondo il 54%) e individuando le posizioni di lavoro più consone alle proprie aspirazioni.
Non solo, è evidente come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale sottostia una tendenza generazionale molto significativa: il 60% dei giovani (18-24 anni) ha utilizzato e utilizza frequentemente questi strumenti, contro il 40% delle persone oltre i 60 anni di età.
Diversi strumenti guidati dall’intelligenza artificiale sono oggi in grado di migliorare i curriculum e adattarli alle offerte di lavoro, ottimizzandoli per i sistemi ATS (Applicant Tracking System) e proponendo testi accattivanti e originali.
Un concreto utilizzo dell’AI nella ricerca di lavoro
Gli strumenti da usare per rendere efficace la propria ricerca di lavoro
Il già citato Chat GPT è un chatbot in grado di offrire risposte molto specifiche e approfondite. Ecco che il suo utilizzo per la redazione del proprio curriculum vitae, può davvero fare la differenza. Questo sistema offre infatti testi specifici e plasmati sulla base di ciò che gli viene mostrato, creando in pochi secondi stringhe di testo che ricalchino ciò che viene richiesto negli annunci di lavoro.
Non solo Chat GPT:
sono esempi di chatbot in grado di compilare e inviare automaticamente candidature massive, arricchiti dalla presenza di algoritmi che si educano sulle preferenze mostrate dall’utente in fase di screening delle offerte di lavoro.
L’importanza del tocco personale
L’AI non può sostituire l’etica e l’empatia umana
Per quanto possa sembrare che l’intelligenza artificiale sia in grado di sostituirci da un giorno all’altro, le previsioni sono estremamente ottimiste. Questi strumenti all’avanguardia non possiedono infatti sentimenti e giudizi umani e non sono neanche in grado di replicarli.
Il rischio di bias nelle intelligenze artificiali è però ancora elevato: questi strumenti tecnologici si basano su algoritmi e gli algoritmi si basano a loro volta su dati provenienti dalle persone che li implementano rischiando l’amplificazione dei pregiudizi e non la loro soppressione.
L’intelligenza artificiale può essere utilizzata per distinguersi, per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle proprie attività e per valorizzare la creatività, perfezionando ciò che già esiste. Perché è proprio questo ciò che la tecnologia è in grado di fare: affinare le nostre competenze senza rimuovere l’indispensabile tocco umano che permette quell’insostituibile quid in più in tutti gli aspetti della nostra vita.